Nocera Inferiore : Operazione IperVigile, sequestrati alla famiglia De Santis beni per 8 milioni di euro

Nell’ambito dell’operazione “IPERVIGILE”, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione al “decreto di sequestro preventivo per equivalente” emesso dal G.I.P. del Tribunale di Nocera Inferiore nei confronti di De Santis Fernando, Paolino Filomena e Vicidomini Filomena, su immobili del valore di oltre 1,3 milioni di euro. Si tratta, in particolare, di un appartamento, un ufficio e un deposito commerciale, ufficialmente intestati alla società “ENTERPRISE SAT S.r.l.” di Nocera Inferiore, dei quali i De Santis continuavano ad avere la disponibilità e a riscuotere gli affitti. È stato così raggiunto il totale dei sequestri disposti dall’Autorità giudiziaria, per quasi 8 milioni di euro. L’azione di servizio che ha portato ai sequestri , coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Roberto Lenza, è il frutto dell’azione di ricerca dei beni riconducibili ai De Santis, che è stata condotta ininterrottamente dai militari della Guardia di Finanza. L’operazione “IPERVIGILE”, eseguita a novembre 2015, aveva portato all’arresto di De Santis Fernando, Vicidomini Filomena, Paolino Filomena, Scarpati  Maria Assunta e Gallitelli Pierdonato e alla denuncia di numerosi altri soggetti per le ipotesi contestate a vario titolo ed in tale contesto, l’Autorità giudiziaria aveva disposto sequestri per oltre 12 milioni di euro. Nel gennaio 2016, il Tribunale del Riesame di Salerno, prendendo atto dell’entrata in vigore della riforma dei reati tributari dal 1° gennaio 2016 e della “depenalizzazione” per alcune delle condotte commesse dai De Santis, ha rideterminato l’entità delle somme da sequestrare in circa 8 milioni di euro. Entità che è stata interamente raggiunta con i sequestri eseguiti e che si aggiungono a denaro, depositi bancari, autoveicoli, immobili e quote societarie di 21 società già apprese nel novembre 2015. Come si ricorderà, le attività investigative dell’operazione IPERVIGILE sono state avviate a seguito della segnalazione, effettuata dalla Banca d’Italia nell’ottobre 2013, per l’ammanco di oltre 9,8 milioni di euro nel caveau della società IPERVIGILE S.r.l.. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore (SA), sono state affidate al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, che ha svolto un lavoro di ricostruzione delle vicende di oltre 20 società, tutte amministrate formalmente da prestanome e riconducibili alla famiglia De Santis di Nocera Inferiore (SA), operante da decenni nel settore della vigilanza privata. È stato così accertato come il meccanismo delittuoso consistesse dapprima nello “spogliare” le società di tutte le componenti produttive (attraverso cessioni di azienda o rami di azienda) e, successivamente, nel lasciarle fallire e/o farle cessare, gravate da considerevoli debiti tributari che, in conseguenza della spoliazione, divenivano inesigibili, con grave danno per l’Erario. Gli accertamenti hanno permesso di rilevare 11 casi di fallimento di società del gruppo, nei quali non sono mai state prodotte e consegnate ai curatori fallimentari le prescritte scritture contabili, al fine di non consentire agli organi del fallimento la ricostruzione delle vicende imprenditoriali con specifico riferimento al periodo cronologico antecedente alla declaratoria di fallimento. Nel frattempo il GRUPPO DE SANTIS creava nuove società, con denominazioni simili a quelle delle società morienti, oppure ne acquisiva altre operanti nello stesso settore della vigilanza privata. Il meccanismo consentiva anche di incassare i contributi per la riassunzione agevolata di lavoratori in mobilità o licenziati, nella forma degli sgravi contributivi. I De Santis, infatti, licenziavano i propri lavoratori e li riassumevano con un’altra società apparentemente estranea (in modo da avere diritto alle sovvenzioni) e in realtà sempre gestita dai medesimi, con un meccanismo che ha consentito di percepire indebitamente ai danni delle casse pubbliche centinaia di migliaia di euro.

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