Celle di Bulgheria : Il simulacro della Madonna delle Nevi compie cento anni

Il Cilento, terra di Maria da sempre. La leggenda parla delle “sette sorelle”: sette sono i Santuari dedicati alla vergine Maria, siti sulle sette cime: Calpazio, Sacro Monte, Stella, Cervati, Civitella, Pietrasanta e Catona che formano un cerchio a protezione della terra cilentana.

Il borgo di Celle con molta probabilità  si originò  nel 700 d.C. e divenne casale di Roccagloriosa, seguendone ininterrottamente le sorti. Una lapide murata sul campanile della chiesa testimonia quanto detto. Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Torre Orsaia, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927 , durante il Regno d’Italia  ha fatto parte del mandamento di Torre Orsaia, appartenente al circondario di Vallo della Lucania. La chiesa di Maria Santissima delle Nevi fu edificata nel 1715 su una cappella seicentesca preesistente.

All’interno,  un altare del millesettecento molto caratteristico, realizzato in marmo di vivi colori (bianco, rosso, arancione, turchino e verde scuro). Dietro l’abside con semicupola e pareti poligonali, tutte decorate di stucchi e fregi di stile neoclassico, in bella vista in alto, una nicchia ospita il simulacro originario della vergine Maria. Il simulacro in pietra, e la posizione centrale  in alto, sono caratteristiche dei santuari mariani del Cilento.

In alto sul portale della chiesa, la scritta “ QUOD TEMPLUM A NIVIBUS DIVAE STRUXERE PARENTS SPLENDIDIORE STUDENT CULTU REPARARE NEPOTES A.D. 1867 ET 1913-1918”

Il Cilento, terra di Maria da sempre. Un vincolo sacro che affonda le sue radici nei culti pagani di Hera e Cerere. Hera, divinità greca, patrona del matrimonio, della fedeltà coniugale e del parto era considerata la sovrana dell’Olimpo. Nella mitologia romana corrisponde alla figura di Giunone, moglie di Zeus; mentre Cerere divinità materna della terra e delle fertilità, nume tutelare dei raccolti, dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti dono. Il Cilento, culla della cultura greca, non poteva non essere terra di Maria. La leggenda parla delle “sette sorelle”: sette sono i Santuari dedicati alla vergine Maria, siti sulle sette cime: Calpazio, Sacro monte, Stella, Cervati, Civitella, Pietrasanta e Catona che formano un cerchio a protezione della terra cilentana. Ritornando a noi, il simulacro di Maria SS. delle Nevi fu costruito in muratura direttamente nella nicchia e dipinto con colori tenui e naturali. In epoca successiva, al fine di proteggerlo con un vetro, un intervento scellerato portò via le gambe alla statua, la quale fu rivestita di tessuto.

Sul vetro a protezione si legge:

O Virgo Fulgens o Virgo Patrona suavis Cellarum Semper esto benigna parens
( o dolce vergine luminosa o vergine patrona dei cellesi sii sempre madre benigna)

La credenza popolare la lega a due leggende che si perdono nella notte dei tempi.
La prima vuole che un comitato festa per venerarla la scese dalla nicchia, ma di buon mattino la ritrovarono al suo posto, dove tutt’ora alloggia.
La seconda vuole che un gruppo di Briganti si recava a Celle per derubare. Arrivati in prossimità dell’aria di Morgialdo (località sita nella parte alta del paese) incontrarono una Signora ben vestita che li invitava a ritornare indietro per evitare  sofferenze al popolo cellese. I briganti non curanti di lei proseguirono. Arrivati in paese trovarono la chiesa aperta. Entrarono per cercare di sottrarre qualche oggetto di valore, ma alla vista della Vergine, riconobbero la Signora. Deposero le armi e si prostrarono pentiti per aver disubbidito.

Fino a qualche tempo fa tanti erano a testimoniare che prima di alcuni lavori di restauro, in chiesa vi erano delle armi.

Che tutto ciò sia vero. .che sia solo leggenda…poco importa per chi ha fede. C’è comunque da dire che in realtà, per come è stata costruita la statua, è inimmaginabile che qualcuno l’abbia potuta portare giù dalla nicchia. E vista l’assenza di altri simulacri della Vergine e senza fonti che ne confermano altra presenza all’epoca, c’è da pensare che i festeggiamenti e la venerazione avvenivano in chiesa. Vero è che è pietra fondamentale della nostra comunità, sfiorata da poche mani (solo per restauro). Veniamo alla nuova statua, quella che quest’anno compie cento anni. Fu un dono del Procuratore Giovanni Balbi nel 1919. Erano tempi di grande sofferenza. La prima guerra mondiale era finita da poco, i cuori lacerati. Maria si rivelò al mondo per la prima volta a Fatima, era il 13 Maggio 1917 – La prima delle sei apparizioni della Madonna.

Da questo baratro della sanguinosa guerra, s’alza, il 13 maggio, in un paese dimenticato alle propaggini del Vecchio Continente, una richiesta di pace e di preghiera. La porta una signora vestita di bianco con un rosario in mano, scesa dal cielo in una nube che si manifesta a tre pastorelli nella Cova da Iria, a Fatima, in Portogallo.

Tutta l’Europa, l’Italia, ogni paese e Celle furono presi da questo vento nuovo, di fede di speranza. Il messaggio della Madonna era chiaro. E’ cosi che ogni comunità, compreso quella Cellese  affidò il suo cuore. Bisognava pregare, bisognava portare in giro Maria.

E’ così che il simulacro fu duplicato. Una statua più leggera che poteva raggiungere ogni angolo del borgo. Una chiesa tra la gente.

Cento anni sono passati da quel giorno del 5 agosto 1919. Lei con sguardo protettivo e materno. Lei regina della pace. Lei con quel magnifico titolo di Madonna delle Nevi. Lei che ha elargito tante grazie.

Lei che da tanti sguardi supplichevoli è stata amata e da tanti ancora sarà invocata.  A Lei, va il mio pensiero, degli emigranti e di tutta la comunità cellese.

Angelo RISI

© Riproduzione vietata

Foto © Angelo Risi

Un pensiero su “Celle di Bulgheria : Il simulacro della Madonna delle Nevi compie cento anni

  • 21 Marzo 2020 in 22:13
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    Dell’argomento statua della Madonna delle Nevi ho scritto nel mio elaborato “Celle di Bulgheria Parrocchia mariana” distribuito a numerose famiglie di Celle.

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