Coronavirus, ISS: “Diminuiscono i contagi, necessaria prudenza. Ad aprile contagi nelle rsa (44%) e nelle famiglie (24%)”

Il numero dei casi di Covid-19 “si sta riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, e parallelamente aumenta l’utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità”.

Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità
Silvio Brusaferro

L’indice decisivo, Rt, che misura la capacità di contagio, è inferiore a 1 in tutta Italia. Precisamente, oscilla tra 0,2 e 0,7. Era la notizia attesa da settimana – e confermata già nei giorni scorsi – necessaria per pensare di riaprire le attività e procedere alla “Fase due”. La situazione è nettamente migliorata. Questo è quanto emerge dall’incontro (tenutosi nella mattinata di ieri – 24 aprile) sull’andamento epidemiologico e gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi a Covid-19 con il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.

Contagi soprattutto in rsa e famiglie – Poi Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler, spiega che, in base ai modelli matematici, al Nord e in Lombardia l’epidemia è partita ben prima del fatidico 21 febbraio, data della scoperta del ‘paziente 1″: “Di sicuro a gennaio e forse anche prima”. Guardando poi alle settimane successive, la maggiore concentrazione dei casi si è registrata nelle case di riposo, a livello familiare e al lavoro: secondo un nuovo studio, su circa 4.500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile, il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro. Ad aprile, precisa Brusaferro, “sono aumentati i casi tra le donne” che però, in generale, muoiono meno degli uomini. Ma la letalità, precisa “è un tema che stiamo approfondendo: il dato mostra le età più elevate sono a maggior rischio. Sulle cartelle cliniche avere più patologie è un fattore”.

Siccome il Paese non regge un lockdown di oltre 2-3 mesi, dovranno riaprire alcune attività – spiega Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattia infettive dell’Iss – ma bisogna mantenere molto alta l’attenzione e il distanziamento sociale dovrà essere ancora più rigido di quanto sia ora per far fronte al problema che pongono le riaperture”.

Nella stessa giornata di ieri Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha dichiarato: “Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia il numero dei guariti è superiore al numero dei nuovi contagiati. È una buona notizia, importante, che ci dice che le misure adottate stanno funzionando e che il sacrificio fatto da tanti italiani ci sta portando sulla strada giusta”. http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4590

Francesco Romano Risi © Riproduzione riservata.

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