RSU CISL FP: Attivazione badge con impronte digitali

cisl
Biondino Gaetano, Tortora Gaetano,De Santis Felice, Montone Angelo, Pumpo Vito, Cesarano Francesco, Della Porta Giovanni, Cicalese Giuseppe

 

In riferimento all’oggetto, i sottofirmatari della presente in qualità di delegati della RSU CISL FP rilevano, come più volte rappresentato, che per i lavoratori onesti, la stragrande maggioranza se non addirittura la quasi totalità degli operatori , si potrebbe anche attivare la rilevazione con “l’iride e addirittura attraverso il controllo quotidiano del DNA”, ribadendo, da un punto di vista strettamente utilitaristico e funzionale, la rilevazione da attivare attraverso le impronte digitali, garantisce ogni dipendente, poiché le dita, diversamente dal badge, sicuramente non saranno mai dimenticate ovvero lasciate a casa. Altro è l’aspetto della questione, qualora si intenda stigmatizzare che la procedura possa ed intenda voler rimarcare una sorta di ulteriore criminalizzazione del personale dell’ente, cui si intenderebbe porre rimedio attraverso una attestazione certa e inconfutabile della presenza in servizio.

Il dato concreto invece è che, rimarcando una tendenza tutta italiana di non tener conto del buono ma di accanirsi sulle cose che non funzionano, anche se l’entità è residuale, ancora una volta si alimenta una polemica, a guisa di tempesta in un bicchiere d’acqua, poiché il dato effettivo e a consuntivo del fenomeno dell’assenteismo nella struttura sanitaria risulta effimero rispetto alla presunta entità delle sue dimensioni.

Andiamo per gradi, poiché nessuna dignità è compromessa per tale decisione, poiché se per assenteismo si intende il fenomeno dell’assenza dal posto di lavoro, la questione si risolve da sola, nel senso che il fatto significativo apprezzato in azienda non riguarda tale contenuto. Non si vuole ulteriormente rimarcare il fenomeno prendendo atto della sua residualità, ma pur tuttavia bisogna dare un senso alle questioni, poiché sono gli errori che portano benefici, se e qualora si intenda farne di ciò un punto di partenza per attivare gli opportuni accorgimenti, la scelta fatta potrebbe essere semplicistica, rappresentando nel concreto una soluzione che nel sembrare decisiva, nei fatti si potrebbe tradurre in un accorgimento di facciata senza alcun cambio di rotta effettivo rispetto alla necessaria rivalorizzazione del senso di appartenenza e di dedizione al lavoro.

Ed è su questi ultimi aspetti per cui i lavoratori potrebbero rivendicare una lesione della propria dignità. Di certo, ed è questa la cosa veramente grave, che lede irrimediabilmente la dignità di tutti gli operatori, nessuna revoca di incarico, ad ogni livello di responsabilità, dirigenziale e di comparto, è stata adottata per omessa vigilanza. Ne deriva che qualsiasi strumento di rilevazione venga installato, qualora non si valorizzi il merito e la professionalità diventa inutile, poiché il senso di deresponsabilizzazione e di appiattimento delle responsabilità in tutta la pubblica amministrazione è il fattore determinate del lassismo cui siamo costretti a prendere atto quotidianamente. Tutto quanto è accaduto dovrebbe insegnare che qualsiasi organizzazione che non valorizzi il merito è destinata a fallire.

Ed è questo il migliore investimento che attualmente deve fare una pubblica amministrazione, poiché è a costo zero ma che nel breve periodo potrebbe risolversi in una inestimabile ricchezza collettiva. Forse investire risorse su tali aspetti avrebbe rimarcato il vero cambiamento, di cui questa azienda avrebbe bisogno, per rilanciare attraverso la contrattazione integrativa di secondo livello una allocazione delle risorse su trasformazioni e progressioni orizzontali, valorizzazione del merito attraverso progressioni interne, una rivalutazione dei coordinamenti e degli incarichi di posizione organizzativa, attivazione dei servizi cui poter attribuire incarichi dirigenziali a personale del comparto, sia nella gestione che nella formazione, smantellare attraverso il sistema della produttività collettiva rendicontata l’appiattimento che porta al definitivo quanto inesorabile declino di qualsiasi organizzazione complessa. Per quanto espresso pertanto si invita a dare concretezza a quanto più volte dichiarato rispetto ad un cambio anche nella gestione delle relazioni sindacali, perseverando nella strada intrapresa dall’attuale management aziendale ma dandole una continuità concreta nella elaborazione di strategie condivise, poiché alla lunga ogni declamazione senza fatti conseguenti, rientra nell’alveo della demagogia, fa ritornare tutti nodi al pettine, rivelandosi nel breve periodo e nel concreto, in un altro tentativo, vano ed infruttuoso, di trasformare l’AOU Salerno in un’azienda sanitaria moderna e trasparente, ma soprattutto efficace ed efficiente.

 

I DELEGATI RSU CISL FP

Biondino Gaetano, Tortora Gaetano,De Santis Felice, Montone Angelo, Pumpo Vito, Cesarano Francesco, Della Porta Giovanni, Cicalese Giuseppe

Comunicato Stampa

 

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