Il Comune di San Giovanni a Piro testimonial della campagna “Salva il Suolo”

Il consumo di suolo è una delle più insidiose e irreversibili forme di degradazione del territorio. Con un “prezzo da pagare” in milioni di euro. Eppure in Campania è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. Secondo i dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale elaborati da Legambiente in Campania l’urbanizzazione del territorio ha impermeabilizzato o compromesso, fino al 2015, circa 145mila ettari; anche il Comune di San Giovanni a Piro, testimonial della campagna “Salva il Suolo” in virtù del Puc a “crescita edilizia zero”, si mobilita organizzando banchetti per incrementare le adesioni alla petizione popolare promossa dalla rete di ong europee People4Soil. L’obiettivo è quello di raccogliere quante più firme possibile, ognuna di queste può davvero fare la differenza per fermare la cementificazione.
“Per frenare il consumo di suolo- commenta Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- c’è bisogno di norme e regole efficaci, azioni e strategie concrete non più rimandabili e che mettano al centro la rigenerazione urbana e il suolo inteso come bene comune e preziosa risorsa da tutelare. Esempio concreto arriva dal Cilento, dove l’Amministrazione di San Giovanni a Piro con una delibera di Giunta ha scelto di dire stop ai permessi di costruire, optando a chiare lettere per la «crescita edilizia zero» nella frazione marinara di Scario.
Una scelta politica lungimirante che punta a mantenere il più possibile intatto il territorio, puntando sul recupero e e manutenzione delle volumetrie esistenti. La vera arte edilizia – conclude Buonomo di Legambiente- consiste nel restaurare, risanare e consolidare ciò che il tempo e l’incuria degli uomini ha avviato al degrado ed alla fatiscenza “.

comunicato stampa

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