Cilento, terra di centenari e ultracentenari. Cilento, terra di studi.

Lo “stile di vita” scoperto e studiato nel Cilento dal professore statunitense Ancel Keys  allunga la vita. Secondo gli ultimi dati Istat (censimento del 2011) gli ultracentenari cilentani sono 183, di cui 143 donne e 40 uomini. Vi propongo tre di questi centenari:

Grazia Cappuccio di San Severino di Centola ha compiuto 106 anni il 30 settembre u.s.

Pietro Ferrazzano di Sessa Cilento ha compiuto 106 anni il 9 ottobre u.s.

Felice Magliano di San Giovanni a Piro compirà 106 il prossimo 2 novembre.

Tre esempi di longevità a testimoniare che i centenari cilentani sono i veri custodi dei segreti della dieta mediterranea. Difatti dalle testimonianze appare chiaro che il loro tenore di vita è stato all’insegna delle fatiche, della sana e corretta alimentazione, dell’accettazione dei dolori, della semplicità e della naturalezza del vivere. A ben guardare le loro mani ossute sono stati abili lavoratori. Individui pratici, puntuali e ordinati. Nei loro occhi ancora tanto vivi si legge tutto il loro vissuto: pratico, non senza prove ma con l’orgoglio di aver superato tutto. Vi è ancora nei loro occhi la capacità di sognare e lasciarsi andare ad emozioni nuove.

Già i primi studi del biologo e fisiologo statunitense Ancel Keys che nel 1962 arrivò a Pioppi evidenziarono che la cucina del Cilento, in sostanza un’alimentazione con pochi grassi animali, ricca di legumi, frutta, verdura, olio d’oliva, manteneva le arterie più pulite e allungava la vita. Tale dieta in realtà era uno stile di vita tipico di chi era abituato a lavorare molto e mangiare poco. E’ qui che Ancel Keys ebbe le prime intuizioni sui benefici, soprattutto per il cuore, di quella che sarà battezzata la dieta mediterranea.
Keys era rimasto colpito dalla bassa densità di infarti e ictus e di altre malattie cardiovascolari che riscontrava nella popolazione locale rispetto alle cifre che ben conosceva per la popolazione Usa. Lui stesso morì a cento anni. 

Un recente studio dell’Università di San Diego (California) effettuato da studiosi arrivati per via di una vacanza nel Cilento proposta da Salvatore Di Somma, responsabile dell’unità operativa complessa di medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’azienda ospedaliera del policlinico Sant’Andrea di Roma, è stato pubblicato sulla rivista International Psychogeriatrics e uno degli studiosi, Dilip Jeste osserva che sono state fatte molte indagini sui supervecchi, ma quasi tutte incentrate sulla genetica e non sulla salute mentale o la personalità: «I principali tratti emersi nella nostra ricerca su questa popolazione rurale sono stati la positività, l’etica del lavoro, l’ostinazione e un forte legame con la famiglia, la religione e il territorio». Li hanno anche fatti parlare su eventi e temi della loro storia come l’emigrazione, avvenimenti traumatici, credenze. «L’amore del gruppo per la loro terra è un tratto comune e dà loro uno scopo nella vita. La maggior parte continua a lavorare in casa e nei campi». Abbiamo anche scoperto che questo gruppo di ultralongevi tende a dominare, è ostinato, ha bisogno di un senso di controllo, senza curarsi molto di quello che pensano gli altri», aggiunge la dottoressa italiana Anna Scelzo. «Questa tendenza a controllare il mondo circostante è indice di una notevole grinta che è bilanciata dal bisogno di adattarsi alle circostanze che cambiano». I ricercatori dell’Università di San Diego hanno in programma di continuare a studiare nel tempo su vari piani i grandi vecchi del Cilento e mettere a confronto i dati biologici con la salute sia fisica sia psicologica. «Studiare le strategie di persone vissute così a lungo e così bene, che non si limitano a sopravvivere bensì sono ancora creative e capaci di crescere, farà progredire le nostre conoscenze rendendoci più sensibili ad avvertire queste caratteristiche in tutte le età», osserva Jeste.

Va comunque detto che quando si è avanti negli anni la solitudine è estremamente pericolosa, mentre avere un legame affettivo è fondamentale per condurre una vita sana e attiva. A vantaggio dei nostri centenari cilentani è la cultura della famiglia che a tutt’oggi nella stragrande maggioranza dei casi resiste. Infatti intorno ad un vecchio c’è sempre un figlio, un nipote, un parente…un anima bella che se ne prende cura.

Angelo RISI

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