Coronavirus: Oms, salute mentale a rischio

Isolamento, paura, crisi economica producono danni psicologici.

Anche la salute mentale, non solo quella fisica, è a rischio a causa della pandemia di coronavirus. Lo rileva Devora Kestel, direttrice del dipartimento salute mentale dell’Oms presentando un rapporto Onu sul tema.

ANSA.it “L’isolamento, la paura, l’incertezza, le turbolenze economiche, tutti questi elementi causano o potrebbero causare sofferenze psicologiche“, ha aggiunto, giudicando probabile un aumento dei casi di malattie mentali, questione che i governi dovrebbero mettere “in primo piano“.

La salute mentale e il benessere di intere società sono state gravemente colpite da questa crisi e sono una priorità da affrontare con urgenza“, ha detto la funzionaria dell’Oms ai giornalisti durante un briefing. Il rapporto dell’Onu, con linee guida su Covid-19 e malattie mentali, ha messo in evidenza diverse aree del mondo e parti di società vulnerabili al disagio mentale, inclusi bambini e giovani isolati da amici e dalla scuola, operatori sanitari che vedono migliaia di pazienti infettati e che muoiono per il coronavirus. ANSA.it

E’ boom delle diagnosi di depressione che fanno impennare anche consumo di farmaci antidepressivi: sono triplicati i casi trattati in USA tra 1987-1997 e cosi l’uso di antidepressivi. Ma il mondo non è sempre più depresso, come tanti dati epidemiologici, spesso confusi, vogliono farlo apparire: molti di quei casi ‘bollati’ come depressione potrebbero in realtà essere non altro che condizioni momentanee di tristezza, pessimismo dovute a situazioni e/o all’indole individuale. Siamo di fronte a una “pandemia” fittizia di depressione, spiega lo psichiatra Paolo Cioni, responsabile di un servizio di salute mentale presso la ASL e docente alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria di Firenze in occasione del Convegno ‘Ai confini della mente e oltre’ oggi a Milano, dovuta soprattutto a criteri diagnostici ancora troppo vaghi che possono far rientrare in una diagnosi di depressione anche stati d’animo di per sé non patologici. Eppure, spiega Cioni, oggi potremmo avvalerci di metodi diagnostici più obiettivi, indici psicofisiologici per la validazione del quadro clinico di depressione come la presenza di profonde alterazioni della qualità del sonno, rilevabili con un elettronecefalogramma (EEG). ANSA/LUCIANO DEL CASTILLO

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