Richard Horton (direttore The Lancet): “Covid-19 is not a pandemic”

The Lancet è una rivista scientifica inglese di ambito medico pubblicata settimanalmente dal Lancet Publishing Group, edita da Elsevier. È stata fondata nel 1823 da Thomas Wakley. L’attuale direttore è Richard Horton

“Covid-19 is not a pandemic”: non una pandemia, ma una “sindemia”.

Esordisce così in un suo editoriale Richard Horton, direttore della celebre rivista scientifica, tra le cinque più autorevoli al mondo. Horton in passato aveva sostenuto la necessità di un lockdown più tempestivo e localizzato (come alcuni studi riportati dal Corriere della Sera suggeriscono) in Italia e in altri Paesi come la Gran Bretagna.

« Abbiamo ridotto questa crisi a una mera malattia infettiva. Tutti i nostri interventi si sono concentrati sul taglio delle linee di trasmissione virale. La “scienza” che ha guidato i governi è composta soprattutto da epidemiologi e specialisti di malattie infettive, che comprensibilmente inquadrano l’attuale emergenza sanitaria in termini di peste secolare. Ma ciò che abbiamo imparato finora ci dice che la storia non è così semplice. Covid-19 non è una pandemia. È una sindemia».

«All’avvicinarsi della quota di un milione di morti nel mondo, dobbiamo ammettere di aver adottato un approccio troppo limitato per gestire questa epidemia».

Norton non lesina critiche alla gestione dell’emergenza, vista unicamente come securitaria ed epidemiologica.

I governi sarebbero colpevoli di aver trascurato la vera natura di Covid-19, soprattutto ora, a nove mesi dallo scoppio dell’emergenza.

La sindemia è quel fenomeno, osservato a livello globale, per cui le fasce svantaggiate della popolazione risultano sempre più esposte alle malattie croniche e allo stesso tempo sempre più povere.

A differenza della pandemia, che indica il diffondersi di un agente infettivo in grado di colpire più o meno indistintamente il corpo umano con la stessa rapidità e gravità ovunque, la sindemia implica una relazione tra più malattie e condizioni ambientali o socio-economiche. L’interagire tra queste patologie e situazioni rafforza e aggrava ciascuna di esse. Questo nuovo approccio alla salute pubblica è stato elaborato da Merril Singer nel 1990 e fatto proprio da molti scienziati negli ultimi anni. Consente di studiare al meglio l’evoluzione e il diffondersi di malattie lungo un contesto sociale, politico e storico, in modo di evitare l’analisi di una malattia senza considerare il contesto in cui si diffonde.

Per intenderci, chi vive in una zona a basso reddito o altamente inquinata, corre un maggior rischio di contrarre tumori, diabete, obesità o un’altra malattia cronica. Allo stesso tempo, la maggiore probabilità di contrarre infermità fa salire anche le possibilità di non raggiungere redditi o condizioni di lavoro che garantiscano uno stile di vita adeguato, e così via, in un circolo vizioso.

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)32000-6/fulltext?fbclid=IwAR23_Pmgvayp3jn5saUagWkMqmV5d9qHOKtSz1vaqMa1cKHHs8R7qeoCmK0#%20

Francesco Romano Risi © Riproduzione riservata.

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