Sapri: Ricorre il venticinquennale della sentenza di legittimità del Tribunale per i Diritti del Malato

 

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Il 26 Novembre 1991 lo Stato Italiano, di fatto, riconosceva definitivamente la legittimità di azione del Tribunale per i Diritti del Malato. Un atto che, riconoscendo legittime le attività di controllo esercitate dai volontari cilentani, diede forza al Movimento in tutt’Italia. Oggi, i dirigenti Nazionali di Cittadinanzattiva ritengono, a giusta ragione, il provvedimento  n. 132/92 – pronunciato  dal Magistrato Antonio Esposito della Pretura di Sala Consilina (SA) – una tappa fondamentale per la crescita del Movimento.

Il Tribunale per i diritti del malato nato il 1980 a Roma, dopo la Riforma che aveva ristrutturato profondamente l‘assistenza pubblica, con istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (legge n. 833/1978 con decorrenza dal 1 luglio 1980), garantendo le cure a tutti i cittadini, trovava non poche difficoltà  ad essere riconosciuto dai dirigenti sanitari delle vecchie USL.  Ma il 6 aprile 1990 – in seguito a episodi che avevano determinato uno stato di “sfascio del presidio ospedaliero di Sapri in cui importanti reparti come la pediatria e l’ortopedia non erano in funzione o, addirittura, non erano mai stati aperti come quello fondamentale della rianimazione; un presidio, cioè, con una paurosa carenza di personale, dovuta a concorsi non espletati, al trasferimento di numeroso personale a seguito di nulla-osta concessi senza la contestuale e immediata copertura dei posti resisi in tal modo vacanti, all’assegnazione a numerosi dipendenti di mansioni superiori in violazione all’art. 29 del D.P.R. n. 761/79” come si legge a pag 6 della sentenza n. 132/91 – i volontari sapresi (Michele Russo e Giuseppe Corinto) supportati dal sacerdote di Teggiano Don Andrea  La Regina e guidati da Maria Agnese Moro (dirigente  nazionale del TDM) fecero ‘irruzione’ nell’ospedale “Immacolata” accertando gravi inadempienze e disfunzioni “di carattere strutturale ed igienico-sanitario”.

La visita e le successive irregolarità segnalate dal TDM fece scattare nei confronti  degli stessi volontari la denuncia  del dr. Lorenzo Padulo  (presidente dell’U.S.L. 61 di Sapri) per il delitto previsto e punito dagli artt. 110 e 340 C.P., “per essersi introdotti abusivamente nei locali dell’ospedale civile di Sapri e rovistando tra le varie pratiche trovate negli uffici nonché prelevando cartelle cliniche e comunque accedendo alle varie divisioni e ai reparti, anche al pronto soccorso turbavano la regolarità del servizio pubblico che ivi si svolgeva”.  In pratica, il dirigente dell’USL 61 aveva denunciato che “si erano presentati alla portineria del presidio ospedaliero una signora, accompagnata dai componenti di un sedicente tribunale dei diritti del malato, i quali, disattendendo il diniego opposto dai portieri, poiché si era fuori dall’orario stabilito dalla direzione sanitaria per le visite degli ammalati, erano penetrati nell’ospedale recandosi in giro per le divisioni ospedaliere ed entrando, anche, nei locali del pronto soccorso”;  veniva anche esposto che “un prete, componente del gruppo, portandosi nei pressi del reparto di rianimazione, suonava il citofono e chiedeva ripetutamente all’impiegato addetto di accedere in detto reparto”; e che “lo stesso prete, salito al 4° piano, s’introduceva nei locali della divisione pediatrica, ove erano custodite le cartelle cliniche, prelevandone abusivamente una e portandola nei locali del pronto soccorso ove la mostrava ai presenti leggendone il contenute”.

Gli indagati venivano sottoposti al processo e a al termine dell’istruttoria dibattimentale, il PM chiedeva la condanna dell’imputato La Regina a giorni 20 di reclusione e agli altri imputati a giorni 15 di reclusione, mentre i difensori concludevano con la richiesta di assoluzione con la formula piena.

Decisive furono le testimonianze del dottore Nicola De Marco (medico di guardia del pronto soccorso nel turno pomeridiano, quando si verificarono i fatti contestati), che accompagnò i volontari guidati da Agnese Moro durante la visita  (evidenziando che non vi fu nessun intralcio all’espletamento del servizio); la deposizione del  rag. Ladaga, funzionario amministrativo, fu utile a stabilire che la visita era stata annunciata, concordata e programmata tra il presidente dell’USL e alcuni componenti  della sezione del malato di Sapri (Michele Russo e Vito Furgione) e che “lo stesso Michele Russo si era recato verso le 11,30 di quella mattina per avvisare il  predetto presidente che la sig.ra Moro avrebbe fatto ritardo, e che Ladaga  aveva invitato il dr. Padulo ad aspettare  l’arrivo delle suddette persone”.

Fondamentale anche la testimonianza del maresciallo Perretta, per precisare che la presenza dei carabinieri  “non fu dovuta ad intemperanze dei componenti del TDM e che fu  proprio Russo  a richiedere telefonicamente l’intervento , in quanto in essi visitatori vi era la convinzione che fosse loro diritto visitare il reparto rianimazione, che era chiuso, e che un dipendente dell’ospedale si era rifiutato  di aprire alla perentoria richiesta del sac. La Regina”.

Infine, per quanto concerne l’episodio della cartella clinica, l’infermiere Pugliese confermò che il sacerdote si era recato a prendere la cartella clinica solo allo scopo di dimostrare che il luogo ove si trovavano non era custodito, e come fosse possibile prelevarle facilmente perché alla portata di tutti.  Il maresciallo Perretta e il dottor De Marco confermarono che del contenuto della cartella non venne data assolutamente lettura né divulgato e che fu riconsegnata immediatamente allo stesso medico e rimessa al suo posto.

Di notevole valore probatorio (come si evince dalla lettura della sentenza) risultò la videoregistrazione  proiettata in aula; immagini realizzate da 105 TV che seguì passo passo la visita dei volontari del TDM.

Una grande giornata di lotta a difesa dei diritti civici suggellata dall’esemplare sentenza del giudice Esposito, che, assolvendo con formula piena gli indagati, scrisse una straordinaria pagina di legittimazione per il Movimento nato una decina di anni prima. “In conclusione – si legge -, l’accusa di fatti di rilevanza penale deve, per i motivi ampiamente esposti in motivazione, essere disattesa siccome del tutto infondata, così come deve essere respinto il tentativo  – chiaramente diretto a dare maggiore consistenza al risvolto penale – di una connotazione politica dell’episodio ai fini, appunto, di farlo apparire come momento di strumentalizzazione e di lotta politica essendo, invece, per come si è visto, del tutto diverse, e più che encomiabili, le reali motivazioni della visita da parte  dei componenti di quel tribunale dei diritti del malato ai quali, con la presente decisione, va restituita quella dignità – mortificata dalla mera insinuazione del Padulo e dalla ingiusta qualificazione, sempre data dallo stesso Padulo, di “sedicente tribunale dei diritti del malato’ – che loro  compete per la funzione espletata diretta a cooperare – nel quadro di un corretto rapporto istituzioni/volontariato – affinché sia possibile  produrre servizi sanitari altamente qualificati e migliorare la salute del cittadino malato”.

Vivissimo il ricordo di quella vicenda anche tra i vecchi dirigenti della Direzione Nazionale di Cittadinanzattiva. “Un provvedimento giudiziario che ha rappresentato una tappa fondamentale per il  nostro Movimento che, nonostante fosse operativo da dieci anni, trovava non poche difficoltà ad essere legittimato. La sentenza di Sapri, che ha visto protagonista in prima persona Agnese Moro, ha sicuramente agevolato il nostro successivo percorso anche a livello di immagine” ha rammentato Alessio Terzi, piemontese, tra i pionieri del TDM a livello nazionale.

A 25 anni di distanza non possiamo non dire il nostro grazie a tutti protagonisti della vicenda, e un ricordo indelebile a Michele Russo, prematuramente scomparso,  al quale l’Assemblea Territoriale di Cittadinanzattiva Sapri-Golfo di Policastro ha dedicato il “Premio del sorriso”, in programma per le prossime feste natalizie e che quest’anno ha voluto focalizzare l’attenzione al mondo della disabilità, e che vuole ricordare soprattutto l’umanità di Michele, il suo straordinario modo di accogliere tutti, la sua forza di regalare un sorriso a chiunque incontrasse.

Le medicine sono fondamentali per curare le malattie, un sorriso di chi ti sta vicino aiuta a superare la sofferenza.

Cittadinanzattiva, Assemblea Territoriale, Sapri-Golfo di Policastro, ex Istituto Santa Croce Sapri.

Comunicato Stampa

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