Referendum Trivellazioni: liceo salernitano realizza spot a sostegno del “Sì”
Il referendum abrogativo di aprile sta suscitando molto interesse e scatenando dibattiti in tutt’Italia. Tanti i sostenitori del “Sì”, tra cui gli studenti del Liceo Artistico Sabatini- Menna di Salerno, che ha realizzato uno spot, scelto da Legambiente, per sostenere la campagno “No Triv”.
Il prossimo 17 aprile, gli Italiani saranno chiamati alle urne per votare un referendum abrogativo, per chiedere, cioè, la cancellazione della norma che consente alle società petrolifere di continuare a cercare e ad estrarre gas ed idrocarburi, senza alcun limite temporale, entro le 12 miglia marine dalle coste italiane. Agli Italiani sarà chiesto: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane, anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Se vincerà il “Sì”, dopo la naturale scadenza delle concessioni rilasciate, non si potranno più sfruttare i giacimenti, anche se le trivellazioni sulla terraferma e quelle che si trovano ad oltre 12 miglia continuerebbero ad essere effettuate. Se trionferà il “No”, non cambierà nulla, nessuna legge verrà abrogata e le industrie petrolifere continueranno ad estrarre il petrolio ed il metano dal Mar Mediterraneo, senza che sia posta loro una scadenza. Un referendum che sta facendo riflettere attentamente gli Italiani su quale sia la scelta migliore. Tante le motivazioni addotte dai sostenitori del “ Sì”:
– possibili distrastri ambientali al Mare Nostrum, in caso di danneggiamento dell’impianto;
– la non risoluzione dei nostri problemi energetici, perchè con il petrolio estratto dalle trivellazioni si riuscirebbero a coprire soltanto 6 o 7 settimane di consumi nazionali in termini di petrolio e 6 mesi in termini di gas.
– il rischio di compromettere i fondali marini e la fauna, perchè alcune specie marine vengono danneggiate nell’udito dagli “air gun”, gli spari di aria compressa, utilizzati per la scansione dei fondali;
– guadagni solo per i petrolieri e non per gli Italiani.Per estrarre il petrolio, le compagnie devono versare le cosiddette “royalties”, cioè i diritti allo Stato in cui si estrae, e, per trivellare i mari italiani, si pagano le royalties più basse al mondo, cioè il 7% del valore di quanto si estrae. L’aumento delle estrazioni di gas e petrolio nei nostri mari non è direttamente collegato al nostro fabbisogno nazionale e, quando lo stato dà concessione a società private, esse divengono proprietarie di tutto ciò che viene estratto, acquisendo il diritto di portarselo via o di rivendercelo ai loro prezzi.
I sostenitori del “No”, di contro, evidenziano che, qualora il “Sì” prevalesse, si perderebbero migliaia di posti di lavoro, nonchè tutti gli investimenti fatti fino ad oggi, confutando l’alto rischio di disastri ambientali ed evidenziando che in Italia si sono verificati soltanto due incidenti, non sulle piattaforme marine, ma sui siti di terraferma, nel 1950 a pIacenza e nel 1994 a NOvara. Avendo, inoltre, le nostre fonti energetiche, potremmo spendere di meno, tutelandoci dagli shock di eventuali crisi petrolifere mondiali. Un danno ambientale, secondo i sostenitori del “No”, potrebbe davvero verificarsi, qualora le estrazioni cessassero, perchè aumenterebbero i traffici di navi gassiere e petrolierie, inquinando davvero i nostri mari. Un tema che interessa davvero tutti, come gli allievi del Liceo Artistico Sabatini-Menna di Salerno, che hanno realizzato un video, selezionato da Legambiente per il concorso “Spot School Award”, per sostenere la campagna contro le trivellazioni, oggetto del prossimo referendum. Ad ognuno la libertà di votare secondo la propria coscienza.
Genny Gerbase
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