Caso di femminicidio a Castellabate : Arrestato 55enne due anni dopo la morte della moglie

E’ morta letteralmente ammazzata di botte. Liberato Miccoli, 55enne di Castellabate, pensionato delle Ferrovie, è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Agropoli per omicidio preterintenzionale aggravato. La vittima è la moglie, Angela Della Torre, 49 anni, deceduta il 29 dicembre del 2015 in una clinica di Telese Terme.

I fatti risalgono esattamente alla tarda mattinata del 20 maggio 2015 quando la coppia ebbe un violento litigio all’interno della propria abitazione in località San Pietro di Castellabate.

All’origine della lite la gelosia della donna nei confronti del marito che, dopo averla pestata brutalmente, allertò i soccorsi e chiamò un’ambulanza del 118. La vittima venne ricoverata in gravissime condizioni di salute nell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, poi trasferita a Telese Terme. In un primo momento si pensò a un tragico incidente domestico; poi la procura di Vallo della Lucania decise di vederci chiaro e dispose l’ autopsia per accertare la causa della morte.

E la sorpresa non tardò ad arrivare. Il medico legale diagnosticò numerose fratture e botte al capo con lesioni gravissime alla testa che sono poi risultate fatali. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo nell’ultima lite con la moglie le aveva più volte sbattuto la testa contro “una parete liscia” causandogli un’ emorragia cerebrale. Pare che per Miccoli fosse una pratica abituale picchiare la moglie. Lo hanno confermato anche alcune persone vicine alla donna.

Le aggressioni erano continue, secondo gli investigatori e purtroppo la vittima non aveva mai denunciato i soprusi subiti dal marito, forse per vergogna, forse per nascondere tanta violenza ai quattro figli, tre maggiorenni e una bambina, l’unica che ancora viveva con i familiari. Ma al momento della brutale aggressione in casa non c’era nessuno. I militari, all’epoca dei fatti, ascoltarono anche la madre della signora, la quale, però, dichiarò di trovarsi fuori casa e di non aver sentito nulla.

Nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore Paolo Itri,  è invece emerso che in paese molti sapevano delle violenze subite dalla donna, anche se a carico del marito non risultava alcuna denuncia. Sembra anche che alcuni familiari di Angela (a quanto pare non i figli) fossero a conoscenza di come fossero realmente andate le cose quel 20 maggio, ma avessero deciso di mantenere un atteggiamento omertoso. Non risulta tuttavia alcun indagato, in quanto non vi era alcun testimone al momento dell’aggressione che ha portato alla morte della donna. L’ accusa è di omicidio preterintenzionale e non volontario perché la procura ha considerato il fatto che l’ intenzione di Miccoli non fosse quella di ammazzare la moglie, ma di punirla per qualcosa.

“Considerata l’assenza di testimoni e l’impossibilità della vittima di poter raccontare come sono andate le cose – ha spiegato il procuratore Itri – sono state necessarie indagini approfondite e complesse. Nessun dettaglio è stato tralasciato e agli esiti dell’autopsia, che evidenziava un quadro devastante – ha concluso il procuratore – hanno fatto seguito gravissimi indizi di colpevolezza”. L’ uomo è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Vallo della Lucania.
Vincenzo Rubano

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