Scario, dalla richiesta di “Bandiera blu” all’aula del Tribunale

L’amministrazione comunale di San Giovanni a Piro capeggiata dal sindaco Ferdinando Palazzo già dal 2016 ha candidato il mare di Scario al riconoscimento della “Bandiera Blu”. In apparenza un mare meraviglioso che ha avuto modo di ammirare anche il Ministro all’ambiente Sergio Costa sulla Goletta Verde di Legambiente lo scorso agosto in occasione della presentazione al pubblico della terrazza panoramica sul Pianoro di Ciolandreaopportunamente riqualificata. Visto l’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale per ottenere il riconoscimento “Bandiera Blù” – peraltro mai ottenuto – e vista la presenza della Goletta verde di Legambiente e finanche la visita del Ministro Costa, noi tutti davamo per scontato che il mare di Scario fosse tutelato e protetto. Invece è di oggi la notizia che lo scorso 23 ottobre il sostituto procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania Vincenzo Palumbo ha firmato una richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco di San Giovanni a Piro ed un funzionario comunale. Stando alle accuse della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania i due si sarebbero resi responsabili di una serie di condotte, reiterate nel tempo, che avrebbero determinato danni all’ambiente, in particolare quello marino della frazione Scario

Secondo le contestazioni, il sindaco Ferdinando Palazzo e il funzionario dell’area lavori pubblici avrebbero “effettuato o permesso senza la prescritta autorizzazione lo scarico di acque reflue urbane provenienti dalla rete fognaria della frazione Scario, non collettate in alcun impianto di depurazione e senza subire alcun trattamento, ad eccezione di un mero pretrattamento di grigliatura”, “contaminate chimicamente e biologicamente”, “direttamente in mare attraverso la condotta sottomarina, quest’ultima priva anche di concessione demaniale marittima”.


Ciò avrebbe creato problemi sia alle persone che all’ambiente marino con l’emissione di sostanze inquinanti. La bandiera blu è un riconoscimento conferito dalla FEE (Foundation for Environmental Education) alle località costiere che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione. Il prossimo 28 gennaio si terrà un’udienza durante la quale si deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio. Sono ritenute parti lese il Ministero dell’Ambiente e lo stesso Comune di San Giovanni a Piro.

Angelo RISI

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