Sono stati i pronipoti Antonio De Luca e Pietro Greco ad impegnarsi affinché i resti del prozio tornassero a casa a Sicili’.
Ambrogio Alfano classe 1920, dopo aver fatto il servizio di leva, nel 1941 fu chiamato in guerra ma durante la traversata dalla Sardegna alla Sicilia prese la malaria e purtroppo fu sepolto a Palermo in Sicilia non tornando più a Sicili’ dalla sua famiglia nella sua terra natia.
Era sempre nei pensieri di sorelle e fratelli ed alcuni dei suoi nipoti portano il suo nome in suo ricordo, tra questi Ambrogio Greco ed è proprio a suo nome che parte la ricerca dopo aver ovviamente reso partecipi tutti i discendenti di quanto si era deciso di fare.
Ad occuparsene , con non poche difficoltà dal novembre 2018, il figlio di Ambrogio, Pietro ed il nipote Antonio De Luca che a suon di chiamate e ricerche riescono nel 2019 a trovare il caduto, a scoprire che era sepolto a Palermo. Il risultato era quasi raggiunto, Ambrogio stava per tornare a casa ma la successiva pandemia Covid fa si che tutto venga rimandato.
Una volta che la pandemia ne dà la possibilità i due giovani sicilesi riprendono insistentemente nella loro impresa, riportare i resti del prozio a casa. Nonostante la burocrazia sia stata lunga , dopo i nulla osta di Esercito e dei comuni interessati, lo scorso 14 Ottobre dal cimitero civile di Palermo le spoglie di Ambrogio Alfano nato nel 1920 e defunto nel 1944 tornano a casa a Sicili’ .
In chiesa Santissima Maria Annunziata la benedizione del parroco don Antonino Savino alla presenza dei parenti , del Sindaco Vincenzina Prota e di tanti sicilesi.Orgogliosi i due ragazzi di aver riportato a casa le spoglie del prozio di cui hanno sempre sentito parlare ma che purtroppo non hanno mai potuto conoscere a causa della guerra.
“Vogliamo ringraziare quanti hanno reso possibile il tutto ed in particolare le forze armate, i collaboratori dei vari enti in Sicilia e l’impresa funebre” dichiarano Antonio e Pietro.
Il prossimo 4 Novembre, nella giornata dedicata ai caduti in guerra ,ci sarà la tumulazione nel cimitero del paesino cilentano.
