Sant’Antimo dice addio a Giulia, ‘l’amore non uccide’

Applausi e palloncini bianchi, il dolore dei genitori

(ANSA) – SANT’ANTIMO (NAPOLI), 11 GIU – I funerali erano in forma privata, ma tanta gente è scesa lo stesso in strada per dare l’ultimo saluto a Giulia, uccisa a Senago dal fidanzato, e a Thiago, il suo bambino mai nato.

In centinaia si sono ritrovati in via Roma, a Sant’Antimo, davanti alla parrocchia di Santa Lucia.

Un momento dei funerali di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa dal fidanzato a Senago, presso la chiesa di Santa Lucia a Sant’Antimo (Napoli), 11 giugno 2023. ANSA/CESARE ABBATE

Per quasi un’ora hanno atteso, composti, la conclusione della funzione, presieduta dal vescovo di Aversa Angelo Spinillo. E poi, quando finalmente il feretro è comparso sul portone della chiesa, lo hanno salutato con un lungo applauso, mentre centinaia di palloncini bianchi volavano in cielo. Tanti i volti rigati dalla lacrime, tante le giovani donne con indosso una t-shirt bianca e la scritta: “Giulia e Thiago, l’amore non può fare male”. Lo stesso concetto scritto su uno striscione affisso davanti alla chiesa: “L’amore regala e non priva. Protegge e non uccide”. E ribadito anche oggi in un’intervista da mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei: in questi casi, ha detto, servono sì “la prevenzione e la repressione, ma poi è necessaria una grande opera educativa: bisogna aiutare i nostri giovani ad amare, ad amare con sincerità, senza ridurre l’altro alla propria pretesa, alla propria immagine”. I pensieri e i cuori della gente di Sant’Antimo, una città di trentamila abitanti alle porte di Napoli – sconvolta solo l’altro giorno da un duplice omicidio in ambito familiare, dove a perdere la vita è stata anche una giovane mamma – sono tutti per le vittime. Per l’assassino, invece, solo silenzio e disprezzo: “Finisca i suoi giorni in galera”. Il vescovo ha parlato ai giornalisti di Giulia come di una testimone della vita, “di quella vita che stava portando in grembo”. Davanti a tanta violenza “c’è solo da dire – ha aggiunto – che abbiamo perso la capacità di rapportarci alla vita”. Ma è giusto perdonare? “Il perdono – ha risposto – prima di tutto va chiesto, noi cattolici iniziamo quasi sempre le nostre celebrazioni con la parola ‘confesso'”. In chiesa sono stati ammessi solo i familiari della giovane donna e pochi amici. Tra le autorità il sindaco di Sant’Antimo, Massimo Buonanno, e quello di Senago, Magda Beretta. Due comunità – una dove Giulia è nata, l’altra dove era andata a vivere e a lavorare – lontane 800 chilometri ma accomunate dallo stesso dolore e che oggi hanno vissuto il lutto cittadino. Dall’altare la sorella di Giulia, Claudia, ha letto un messaggio d’addio. Parole struggenti rivolte anche a Thiago, il bambino che sarebbe dovuto nascere tra un paio di mesi. Un momento di “grande commozione”, come ha raccontato poi il parroco, don Salvatore Coviello, per quei familiari che aspettavano solo il ritorno a casa della loro cara e di accogliere un bambino per il quale “sarebbero stati dei nonni e degli zii premurosi”. Poi il feretro è stato portato in corteo fino all’abitazione dove Giulia ha vissuto – con il fratello, la sorella e i genitori – fino a quando si è trasferita nel Milanese. Qualcuno ha allestito un piccolo altare su una panchina, deponendo fasci di fiori ed alcuni ceri. “Sarai sempre lassù con il tuo Thiago, l’unico amore della tua vita”, è stato scritto su uno striscione tenuto da alcune ragazze in lacrime. Applausi dai balconi. La mamma di Giulia ha accarezzato per l’ultima vota la bara ed ha solo sussurrato ‘grazie’. (ANSA).

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