Novi Velia, riapre il Santuario “casa di una delle sette sorelle”

Domani si riaprirà il Santuario di Novi Velia. L’apertura avverrà in coincidenza con la solennità della Pentecoste ( La festività nella quale si ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli riuniti con la Madonna nel Cenacolo, avvenuta cinquanta giorni dopo la risurrezione di Cristo). La celebrazione della Santa Messa sarà presieduta da mons. Ciro Miniero. Alle ore 12.00 è previsto il commovente scoprimento dell’immagine della Madonna del “Sacro Monte“.

Lo scorso anno a causa frane e quindi impercorribilità , la strada, che conduce al Santuario fu chiusa. Tanti fedeli furono impossibilitati a raggiungere la sacra vetta. Solo chi si avventurò a piedi ebbe modo di pregare la Vergine Maria nel punto più alto…laddove una linea delicata e gentile …unisce la terra al cielo. Da qualche settimana il tratto stradale, ormai messo in sicurezza, è stato riaperto e quindi sarà nuovamente possibile raggiungere per tutti la sommità del Monte.

La storia del Santuario è documentabile fin dall’XI secolo, periodo in cui i monaci italo-greci avevano già scelto l’odierno Cilento come luogo di contemplazione eremitica. La fondazione cristiana di un primo santuario sulla vetta del Monte Gelbison è da accostare ai monaci basiliani che si rifugiarono in queste terre all’indomani della lotta iconoclasta voluta dall’Imperatore Leone III nel 726 d.C. La disputa fu l’anello di congiuntura tra l’Oriente e l’Occidente, ed è il momento in cui si assiste alla nascita di nuovi luoghi di preghiera, quasi sempre ricavati in posizioni amene come la sommità delle montagne o cavità naturali, ove era senza dubbio meno pericoloso praticate il culto. La cristianizzazione del posto in realtà potrebbe essere null’altro che la trasformazione di un tempio pagano già esistente, presumibilmente ad opera degli Enotri. Seppur non documentato in tutte le fasi storiche, il Santuario di Novi Velia ha origini indubbiamente antichissime. La consacrazione del Sacro Monte a Maria ha influenzato in modo costante la devozione dell’Antica Lucania, ponendo il complesso del Monte Gelbison fra le mete cristiane più frequentate nel corso dei secoli. Dall’ultima Domenica di Maggio alla seconda di Ottobre, migliaia di pellegrini raggiungono il Santuario per omaggiare la Madonna. A Maggio, come da tradizione, l’immagine della Vergine con solennità viene “svelata” e restituita alla devozione popolare. Ha inizio così la stagione dei pellegrinaggi. Dopo una prima emergenza a cause “frane” del 2019 e dopo il lockdown 2020 a causa emergenza sanitaria, domani 31 maggio 2020 la cima del Monte Gelbison – Casa di una delle “sette sorelle” sarà ancora una volte sede di “pellegrinaggio”.

A chi legge ricordo che leggenda vuole siano sette le sorelle che “abitano” a protezione del popolo cilentano le cime più alte del territorio:

Madonna del Granato, Capaccio Vecchio, M. Vesole Sottano, m. 254;
Madonna della Stella, Sessa Cilento, M. della Stella, m. 1131;
Madonna della Civitella, Moio della Civitella, M. Civitella, m. 818;
Madonna del Carmine, Catona, M. del Carmine, m. 713;
Madonna della Neve, Piaggine-Sanza, M. Cervati, m. 1899;
Madonna di Pietrasanta, San Giovanni a Piro, M. Pietrasanta, m. 528;
Madonna del Sacro Monte, Novi Velia, M. Gelbison o Sacro, m. 1707
.

Il culto delle sette Madonne è certamente molto antico e affonda le origini in modelli pre-cristiani (sette è numero magico-simbolico).

Delle sette, una è indicata come “brutta”, perché è raffigurata con la pelle scura ed è detta “schiavóna“, cioè forestiera, ma che risulta poi essere la più bella e la più amata di tutte. Per il Cilento è quella del Sacro Monte (come per l’area napoletana è quella di Monte Vergine), il cui santuario è di gran lunga più frequentato (oggi è l’unico che resta aperto per oltre quattro mesi l’anno). Esso è di origine basiliana e la Madonna che vi si venera è l’Odighitria (=che guida il cammino), cioè colei che guidò i monaci italo-greci.

Il culto della Madonna nera trova riscontro in molti popoli (si pensi ad esempio Cerstokova e Guadalupe); il suo archetipo lo si può individuare nel versetto della Bibbia che dice di lei “scura sei, ma bella“.

La prossima domenica, 7 giugno, sarà aperto il Santuario della Madonna della Neve sul Monte Cervati a Sanza, la vetta più alta della Campania con i suoi 1.900 metri circa

Francesco Romano Risi © Riproduzione riservata.

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